I primi cenacoli, con Federico Abresch - Produzioni Divina Voluntas

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Vita nella Divina Volontà
audio cenacoli con Federico Abresch,

figlio spirituale di Luisa Piccarreta e Padre Pio
- audio cenacoli in San Giovanni Rotondo -

Secondo la volontà di San padre Pio da Pietrelcina, Federico Abresch fu il primo apostolo della Divina Volontà a S. Giovanni Rotondo, adoperandosi instancabilmente per diffondere i Divini Scritti donatici da Nostro Signore Gesù Cristo tramite la serva di Dio Luisa Piccarreta.
La ripetizione continua degli atti
 1. 01.01.Abresch - mp3
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 2. 01.02.Abresch - mp3
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LA CARTELLA INTEGRALE con tutte le audio-registrazioni


- Lettere di Luisa a Federico Abresch
- Il S. Rosario nella Divina Volontà
- L'Audio narrazione del "Libro di Cielo"
- Produzioni Divina Voluntas -

Federico Abresch


Friedrich Abresch, tedesco, di famiglia luterana, andò a San Giovanni Rotondo per vedere Padre Pio nel 1925, per pura curiosità. Luterano di nome in gioventù, era diventato Cattolico Romano sposando una italiana, Amelia, ma non praticava ancora la sua religione.
Padre Pio non espulse Abresch dal confessionale, ma non appena entrò, gli fece “comprendere immediatamente che nelle mie precedenti confessioni avevo tralasciato alcuni peccati mortali “… “ Egli dissimulò la sua conoscenza del mio intero passato ponendomi delle domande. Enumerò con precisione e chiaramente tutte le mie mancanze, addirittura menzionando il numero delle volte in cui avevo disertato la S. Messa!...” Nel 1926, un anno dopo, la moglie di Federico ebbe una emorragia, e i medici diagnosticarono un tumore all’utero. Amalia Abresch fu devastata dalla certezza che una isterectomia le avrebbe impedito di avere figli, così andò da Padre Pio, il quale le disse di “non andare sotto i ferri”. Dopo ciò, le emorragie cessarono e, sebbene il tumore non scomparve, con sua grande gioia, ella concepì e, all’età di circa 40 anni, diede alla luce un bambino. Il ragazzo, che fu chiamato Pio, in seguito divenne un monsignore. Successivamente, la famiglia Abresch si stabilì a San Giovanni Rotondo, dove Federico aprì uno studio fotografico. Per molti anni egli fu un fotografo ufficiale di Padre Pio e dei suoi confratelli [Fonte: “Padre Pio: La Vera Storia” di C. Bernard Ruffin].

Dopo la sua conversione, Federico cominciò a girare, in cerca di cose spirituali e di anime particolari. Aveva ricevuto dal padre guardiano del Convento Francescano di S.G. Rotondo, dove risiedeva Padre Pio, una copia dell’ “Orologio della Passione Di Nostro Signore Gesù Cristo – con un Trattato sulla Divina Volontà” [Pubblicato dal Padre Annibale M. Di Francia, oggi Sant' Annibale], e, rimasto profondamente colpito, cominciò a pregare Gesù di fargli conoscere la “pia autrice”. Ottenne successivamente l’indirizzo di Luisa e, dopo un primo scambio epistolare tra due, andò a visitarla a Corato, presso il Convento delle Suore del Divino Zelo, dove Luisa risiedeva in quel periodo.

Luisa lo accolse, e con poche ma penetranti parole, gli parlò della Volontà Divina. Federico ne rimase profondamente colpito, e incoraggiato da Padre Pio, continuò a visitare Luisa, la quale, semplicemente, immancabilmente, gli parlava della Divina Volontà, dei prodigi che Essa compie quando regna come vita nella creatura, e di quanto Gesù arda dal desiderio di farne Dono alle creature.
Seguirono altre visite e scambi epistolari tra Federico e Luisa, la quale lo incoraggiava vivamente a far conoscere le verità sul vivere nel Divin Volere, che egli man mano andava apprendendo. Gli scriveva Luisa:
“Cercate, quanto più potete, di far conoscere a tutti la Divina Volontà; così otterrete la grazia di conoscerla voi di più…”.

Fu così che a San Giovanni Rotondo, già dagli anni ’40, Federico cominciò a tenere dei cenacoli sulla Divina Volontà. Tra le anime che vi parteciparono, c’era la signorina Adriana Pallotti, modenese, figlia spirituale di Padre Pio. “Ne eravamo entusiasti” riferisce Adriana “Non vedevamo l’ora che arrivasse il Sabato per andare da Federico. Parlava ogni settimana, alle 5 del pomeriggio, per un’ora e mezza, e noi non volevamo mai che smettesse. Anche Padre Pio ne era contento…”. Tra le anime che partecipavano ai cenacoli di Federico sulla Divina Volontà, vi era una certa Giulietta Marchi di Bologna, “un’anima molto bella, a cui Gesù parlava.
Prima di morire, dopo aver seguito insieme i cenacoli di Federico per diversi anni " dice Adriana “ella mi disse: ‘Adriana, devi prendere dei nastri e registrare quello che dice Abresch, perché in futuro si dovrà parlare di questa spiritualità. Lo vuole il Signore, perché Egli desidera liberarci dalle miserie del volere umano, per farci vivere nella Sua Divina Volontà…”


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